«…eccellente in dipingere persone nude».
Così le fonti sintetizzavano le qualità che assicurarono il successo a questo artista multiforme, pittore, disegnatore, incisore, poeta nella raffinatissima Venezia del secondo Seicento. Chi visiterà la mostra che gli dedica il Comune di Fossombrone con il supporto della Regione Marche, vedrà che tale affermazione non era molto lontana dal vero.
Una mostra che giunge opportuna per la riscoperta del Cavalier Diamantini, titolo ottenuto nel 1663.
La mostra offrirà il risultato di ricerche da cui sono scaturite importanti novità, a partire dalla data di nascita, che è, sorprendentemente, il 7 ottobre 1623, ma sono numerosi i nuovi documenti, tra i quali il testamento dell’artista, che tornerà infine nella sua amata cittadina dove morirà, l’11 novembre 1705.
Soggetti mitologici e allegorici che Diamantini sapeva scegliere fra quelli che meglio possono evidenziare bellezza e sensualità, in cui la fascinazione per lo stile di Guido Cagnacci si intreccia alla tradizione artistica veneziana che ritrova nuovi e più moderni accenti nella scuola di Pietro e Marco Liberi, cui aderisce Diamantini con la sua svolta ‘chiarista’, alla luce della grande tradizione artistica lagunare e dove formò numerosi allievi.
La mostra rende ragione del profilo artistico di Diamantini nella sua completezza, offrendo l’occasione di ammirarne molte opere da musei e collezioni private, che descrivono il lungo arco della carriera, e sarà allestita presso la Pinacoteca Civica e nella mirabile chiesa di San Filippo, per consentire una vera e propria immersione nel contesto storico-artistico contemporaneo, popolato di figure che sono state formative per il giovane Diamantini, in particolare Claudio Ridolfi e Giovan Francesco Guerrieri.
Una imperdibile novità e un contributo permanente offerto alla città, che va ad aggiungere una importante tappa nel percorso della storia artistica cittadina, in grado di richiamare, anche dopo la mostra, un’attenzione nazionale e internazionale.